La via esperienziale per il benessere fisico e mentale

Il termine “mindfulness” rimanda allo stato mentale di consapevolezza ottenuto quando il cervello cessa l’attività discorsiva interiore, lasciando così spazio ad un’esperienza che va al di là delle parole, del pensiero e dei suoi contenuti. Tale modalità di essere presenti a se stessi, momento dopo momento, distanziati dai propri contenuti mentali, è connotata da una forte potenzialità terapeutica. Risulta difficile definire con le parole un costrutto che per sua natura è slegato da vincoli concettuali ed è comprensibile ad un livello eminentemente esperienziale. Poiché deriva da pratiche meditative orientali millenarie, è possibile avvicinarlo per certi versi alla pratica Zazen (meditazione nella posizione seduta) il cui unico fine è il raggiungimento del silenzio interiore. Non è una tecnica per conquistare o acquisire qualcosa; non è neanche una psicoterapia “fai-da-te” o una tecnica di rilassamento. Anche se si attribuiscono, e non a torto, molti vantaggi fisici e psicologici alla sua pratica regolare, la mindfulness non può essere ridotta a uno strumento per ottenere questo tipo di obiettivi.
Una delle voci più autorevoli in questo campo è rappresentata da John Kabat-Zinn, la cui definizione di mindfulness è assurta negli anni a punto di riferimento per lo sviluppo ulteriore di questo costrutto teorico. Secondo l’autore, la mindfulness va intesa come “il processo di prestare attenzione in modo particolare, di proposito, nel momento presente e in maniera non giudicante” (Kabat-Zinn, 1994). In un successivo lavoro, inoltre, lo stesso autore afferma che la mindfulness può essere definita come la consapevolezza che emerge dal prestare “un’attenzione intenzionale e non giudicante allo scorrere dell’esperienza, momento dopo momento” (Kabat-Zinn, 2003).

Mindfulness

La pratica della mindfulness consiste nel porre attenzione in modo volontario a pensieri e sensazioni, in assenza di giudizio. Diventare consapevoli rende più facile riconoscere e assaporare i piccoli piaceri della vita, aiuta a coinvolgersi maggiormente nella attività e accresce la capacità di fronteggiare eventi avversi. La concentrazione sul qui e ora aiuta molte persone a essere meno sopraffatte da preoccupazioni rispetto al futuro o rimpianti sul passato. Minori sono le preoccupazioni legate alla sfera del successo o dell’autostima, migliore diventa la capacità di connettersi a se stessi e agli altri.
La ricerca scientifica ha evidenziato che i benefici della mindfulness si estendono alla salute fisica:

riduzione dello stress
prevenzione dei disturbi cardiaci e circolatori
riduzione del dolore cronico
miglioramento della qualità del sonno
riduzione di problemi gastrointestinali

Inoltre, negli ultimi decenni, la mindfulness è stata integrata alla psicoterapia in quanto ha un ruolo importante nel trattamento di diversi disturbi mentali quali:

depressione
disturbi d’ansia
abuso di sostanze
disturbi alimentari
disturbo ossessivo compulsivo

Gli esperti concordano sul fatto che la Mindfulness risulti estremamente utile nell’aiutare le persone ad accettare le proprie esperienze – come il vissuto di emozioni dolorose – piuttosto che reagire ad esse lottando o evitandole. Crescente è la tendenza a combinare la meditazione Mindfulness con la psicoterapia, soprattutto la Terapia Cognitivo Comportamentale. Questa evoluzione è ottimale se si pensa che sia la meditazione che la Terapia Cognitivo Comportamentale condividono l’obiettivo di aiutare le persone a ridimensionare i pensieri irrazionali, disfunzionali e autosvalutanti.

Gli effetti della pratica sono proporzionali al tempo investito nella stessa. In generale si può dire che siano necessari circa 20 minuti al giorno di meditazione per “centrare la mente” e trarre benefici significativi da questa pratica.

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